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PROTESI ALL' ANCA

​La protesi d'anca si rende necessaria quando l'articolazione, che unisce femore e

acetabolo, subisce un grave danno. In simili circostanze, l'applicazione della protesi mira a ristabilire la normale mobilità articolare, che sarebbe, altrimenti, irrimediabilmente compromessa

L'intervento è invasivo e richiede una riabilitazione accurata, ma i risultati sono più che soddisfacenti: il paziente, infatti, torna a condurre una vita normale, senza particolari limiti. Esistono diversi modelli di protesi d'anca: ciò che varia sono il materiale di realizzazione e le modalità d'applicazione. La ricerca medica mira ad allungare la durata delle protesi, a preservarle dall'usura del tempo e ridurre l'invasività dell'intervento.

Il termine anca identifica sia la regione anatomica del corpo umano che collega il tronco agli arti inferiori, sia l'articolazione che risiede in questa posizione. L'articolazione dell'anca, o più semplicemente anca, è composta da un'impalcatura scheletrica tenuta insieme da diversi muscoli e legamenti. Le ossa, che formano l'articolazione dell'anca, sono:

  • La radice (o parte prossimale) del femore, composta da testa e dal collo sottostante

  • L'acetabolo, una cavità dentro la quale si posiziona la testa del femore

Per ridurre le frizioni e gli urti da impatto, l'articolazione dell'anca è circondata da liquido sinoviale e da cartilagine. Se ne fosse priva, le superfici ossee andrebbero incontro a deterioramento, a causa dello sfregamento continuo tra loro. L'anca è fondamentale, poiché permette all'uomo di assumere la stazione eretta, di camminare, di correre ecc.

Come ogni articolazione, anche l'anca può subire dei danni. Quando ciò accade, la prima misura terapeutica consiste in un trattamento conservativo (riabilitazione, fisioterapia e antidolorifici). Tuttavia, se l'entità del danno è notevole o ha natura cronica, va presa in seria considerazione la possibilità di sottoporsi all'intervento chirurgico di protesi d'anca. In questi casi, sono il dolore persistente e l'incapacità di svolgere le più facili attività quotidiane (stare in piedi, camminare, guidare ecc.) a convincere il paziente a operarsi. La protesi d'anca rimpiazza la naturale articolazione, ormai non più funzionale.

Le cause più comuni, che determinano un danno all'articolazione dell'anca, sono tre:

  • Osteoartrosi. Sono le artrosi più comuni, caratterizzate dal consumo (per sfregamento continuo) della cartilagine articolare. Per questo motivo, sono dette anche "artrosi da usura". Il paziente, solitamente anziano, avverte dolore e difficoltà motorie.

  • Artrite reumatoide. Si tratta di una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario, anziché difendere l'organismo dalle infezioni, gli si "rivolta" contro. A pagarne le conseguenze sono le articolazioni: esse diventano rigide, dolorose e gonfie.

  • Frattura ossea. Quella dell'anca è una delle fratture ossee più comuni, tra le persone anziane. La guarigione spontanea, a volte, non è sufficiente a ristabilire la piena mobilità articolare.​L'intervento di protesi d'anca mira al raggiungimento dei seguenti obiettivi e benefici:

  • Riduzione del dolore

  • Miglioramento della mobilità articolare

  • Miglioramento delle capacità motorie dell'individuo operato

  • Miglioramento sensibile della qualità della vita

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